Segni divini e prodigi sul futuro di Augusto - Quae manent 2 pagina 297 numero 24
Cum Augustus primum fari coepisset, in avito suburbano ...
Augusto avendo iniziato per la prima volta a parlare, in un podere avuto in eredità nei pressi della città (Roma) ordinò alle rane che strepitavano per caso di far silenzio e per questo si dice che le rane non gracidarono.
Presso la quarta pietra della via campana in un bosco all'improvviso un'aquila prese dalla mano a lui che stava pranzando del pane e, avendo spiccato il volo molto in alto, di nuovo all'improvviso ritornò dopo essere scesa giù lievemente.
Q. Catulo, dopo la consacrazione del Campidoglio, sognò per due notti di seguito: credette prima di tutto che Giove Ottimo Massimo scelse uno tra i parecchi che erano vestiti con la toga pretesta che stavano giocando intorno all'altare, e che avesse riposto sul suo seno il sigillo dello stato, che portava in mano.
Osservando Augusto che gli andava incontro, non avendolo riconosciuto diverse volte, disse non senza ammirazione che era molto simile al fanciullo, di cui aveva sognato.
(by Maria D.)
Versione tratta da Svetonio