La poesia è un'onesta fonte di gloria per gli uomini di stato virtuosi

Iam vero ille, qui cum Aetolis Ennio comite bellavit, Fulvius non dubitavit Martis manubias Musis consacrare. ...quid est quod in hoc tam exiguo vitae curriculo et tam brevi tantis nos in laboribus exerceamus? (da Cicerone)

TESTO LATINO COMPLETO

In verità adesso egli, quel Fulvio che guerreggiò col compagno Ennio, non dubitò di consacrare alle Muse le prede di Marte.

Perciò in questa città gli imperatori similmente armati onorarono il nome dei poeti e i templi delle muse, (città) in cui i giudici togati non devono essere in contrasto con l’onore delle Muse ed col benessere dei poeti. E, affinché lo facciate più volentieri, già io, o giudici, vi indicherò, anche a gloria del mio nome, in modo forse troppo aspro, ma tuttavia onesto, vi confesserò.

Infatti queste cose noi nel nostro consolato gestimmo l’intera cosa pubblica con voi nello stesso tempo per la salute di questa città e dell’impero ed in favore della vita dei cittadini, come se ne occupa e espone nei versi il poeta Archia: dopo aver ascoltato questi, cosa che mi sembrò veramente piacevole, lo esortai a completare l’opera.

Infatti la virtù non desidera nessuna altra ricompensa per i lavori e per i pericoli tranne quella di lode e gloria: esclusa questa, o giudici, cosa c’è in un così breve e piccolo periodo di vita che possiamo esercitare? (by Geppetto)

di lode e gloria: esclusa questa, o giudici, cosa c’è in un così breve e piccolo periodo di vita che possiamo esercitare? (by Geppetto)

 

Altra proposta di traduzione

Appunto in  verità quel Fulvio, che si scontrò  con il compagno Ennio contro gli Etoli, non esitò a  consacrare i  bottini di Marte alle muse.

Per tale ragione in  questa città in cui i comandanti propriamente armati onorarono il nome dei poeti ed i santuari delle muse, i giudici togati non dovevano staccarsi dall'onore delle muse e dalla salvezza dei poeti.  E affinchè facciate ciò più volentieri, mi rivelerò appunto  a voi, giudici e vi confesserò  in merito a questa passione per la  gloria, forse eccessivamente  acuta, ma tuttavia onesta.

Infatti il poeta Archia toccò ed iniziò  a  scrivere in versi, quelle cose che svolsi nel mio consolato insieme con voi per la salvezza di questa città e dell'impero e per la vita dei cittadini propriamente per l'intero stato: uditi tali  versi lo esortai a completare  ciò che mi sembrò una cosa importante e piacevole.

Infatti la virtù non desidera nessun'altra ricompensa delle fatiche e dei pericoli  eccetto questa della lode e della gloria: nel momento in cui questa in verità viene sottratta, giudici, cos'è che noi dovremmo esercitare  in tante fatiche durante questo percorso tanto esiguo  e breve di vita. (by Maria D.)

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