Uomini di stato e corruzione - Cicerone versione latino rosa rasae

Uomini di stato e corruzione
Versione di latino di Cicerone LIBRO Rosa rosae

At vero postea tot leges et proxumae quaeque duriores, tot rei, tot damnati, tantum [Italicum] bellum propter iudiciorum metum excitatum,...

Ma dopo, in verità, tante furono le leggi e le più recenti anche più severe, tanti i colpevoli, tanti i condannati, tanto grave la guerra italica scoppiata per la paura dei processi, e tante le spoliazioni e le estorsioni degli alleati, essendo state abrogate le leggi ed i tribunali, che siamo salvi per la debolezza degli altri, non per il nostro valore. Panezio loda l'Africano per il fatto che fu disinteressato. Ma perché mai? In lui ci furono altre doti maggiori.

La lode di integrità non è solo propria di quell'uomo, ma anche di quei tempi. Paolo s'impadronì di tutto il tesoro dei Macedoni, che era enorme, e versò nell'erario tanto denaro che il bottino di un solo generale permise di mettere fine alle tasse; ma egli non portò niente a casa sua, tranne il ricordo eterno del nome. L'Africano imitò il padre, e, abbattuta Cartagine, non fu per niente piu ricco.

E che? Colui che fu suo collega nella pretura, Lucio Mummio, forse che diventò più ricco dopo aver distrutto sin dalle fondamenta una città ricchissima? Preferì abbellire l'Italia piuttosto che la sua casa; benché, abbellita l'Italia, la sua stessa casa mi sembra più ornata.

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