Antonius Quirites hostis est cum quo nulla condicio pacis ...
Antonio, o Romani, è un nemico tale che con esso non ci può essere alcuna condizione di pace; egli, infatti, non desidera la vostra soggezione, come in passato, ma il vostro sangue.
Nessuno spettacolo sembra a lui più piacevole del sangue, delle stragi, del massacro dei cittadini sotto il (suo) sguardo. Voi, o Romani, non avete a che fare con un uomo scellerato ed empio, ma con una belva bruta e terribile, la quale, quando cade nella fossa, deve essere sepolta.
Mai in alcun processo il vostro consenso fu più grande, mai, o Romani, foste più d'accordo con il Senato. Che c'è di stupefacente? Ora non si discute in quale condizione vinceremo, ma se vinceremo o se moriremo con dolore e disonore. Qualsiasi morte la natura abbia messo davanti a tutti (noi), il valore, che è caratteristico del popolo e del nome Romano, può allontanare una morte vergognosa e crudele.
Per mezzo di questo medesimo valore i nostri antenati dapprima sconfissero l'intera Italia, poi abbatterono Cartagine, rovesciarono Numanzia, ridussero sotto il controllo di questo impero re potentissimi e popoli agguerritissimi.