Enea narra un sogno

Tempus erat, quo prima quies incipit mortalibus aegris et, dono divum, serpit gratissima. In somnis ecce ante oculos...«Heu, fuge, teque his eripe flammis. Hostis habet muros, Troia ruit ab alto culmine. Si Pergama defendi possent, hac dextera defensa essent».

TESTO LATINO COMPLETO

Era il tempo in cui comincia un primo sonno per i mortali stanchi e, per dono degli dei, si diffonde assai gradito (riferito al sonno quĭēs, quietis femminile). In sogno ecco davanti agli occhi mi apparve Ettore, assai triste, che spargeva una grande abbondanza di lacrime, trascinato dalla biga di Achille e sporco di polvere. Ahimè! Com’era, quanto mutato da quell’Ettore che faceva ritorno dalla battaglia adorno delle spoglie di Achille o che aveva appena lanciato il fuoco alle navi dei Danai/Greci, portando una barba incolta ed i capelli rappresi di sangue, mostrando quelle ferite che ricevette in gran numero intorno alle patrie mura. Piangendo io mi rivolgevo a lui, esponendo tristi parole: “O luce della Dardania, o speranza fedelissima dei Teucri, da quali paesi vieni? Quale causa deturpò il volto sereno? Perché distinguo queste ferite?”. Egli non rispose nulla a queste (parole), ma, tirando fuori con sofferenza un sospiro dal profondo petto (disse): “Ohimè, fuggi, e sottraiti da queste fiamme. Il nemico occupa le mura, Troia cade da un'alta cima. Se Pergamo (=la rocca di Troia) poteva essere difesa,  sarebbe stata difesa da questa mano destra”.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:22:39 - flow version _RPTC_G1.3