L'indipendenza restituita alla Grecia

Cum Titus Quinctius Flamininus consul Macedones vicisset, universas Graeciae gentes ad ludos Isthmicos Corinthum convocavit... cum unusquisque non audire solum, sed videre libertatis suae nuntium averet.

Dopo che il Console Tito Quinzio Flaminino vinse i Macedoni, riunì l’intera Grecia ai giochi Istmici di Corinto.

Appena tutti si furono presero posto allo spettacolo un banditore con un flautista avanzò in mezzo all’area per indire di qui i giochi pubblici con un solenne poema. Quivi il flautista fece fare silenzio e così con la tuba e il banditore annunciò: “Il Senato ed il Popolo romano e Tito Quinzio console e comandante, dopo che i Macedoni sono stati battuti, ordinano che siano liberi, esenti da imposte e con proprie leggi, i Corinzi, i Focesi ed i Locreesi e con questi l’isola Eubea e la Tessaglia, gli Achei e tutte le genti e qualunque città è stato sotto il potere del re Filippo e dei Macedoni”. Quando la voce del banditore fu ascoltata dagli spettatori, la gioia di tutti fu grandissima. Ognuno a stento poteva credere alle proprie orecchie: gli uni interrogavano gli altri, stupefatti come davanti a una specie di sogno millantatore.

Con un grandissimo clamore e soddisfazione chiamarono il banditore al centro perché annunciasse nuovamente quelle cose, poiché ognuno non desiderava solo ascoltare, ma anche vedere il messaggero della sua libertà.

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