Un asino presuntuoso
Olim leo asellum, quem secum sumpserat ut comes venationis esset, frutice contexit hortatusque est ... decipere possunt, sed notorum risum excitant.
Una volta il leone nascose con un cespuglio un asinello, che aveva preso con sé perché fosse un compagno di caccia, e lo esortò ad atterrire e mettere in fuga le belve con la sua voce insolita, in modo che lui potesse prendere di sorpresa i fuggitivi.
Quando furono nel bosco, subito l’asinello fece chiasso con tanta forza da spaventare le bestie per la novità della cosa. Così il leone, mentre (le bestie) cercano spaventate le vie di fuga conosciute, con un terribile assalto le insegue e le dilania.
Infine stanco di tanta strage, andò dall’asino e lo ammonì di tenere a freno la voce. Allora quello sciocco chiese al socio cosa pensasse della sua voce. “ É fortissima – disse – e così terribile che avrebbe spaventato anche me, se non conoscessi la tua natura”. Facilmente si può capire cosa insegni questa favoletta.
Infatti ammonisce gli imbelli di non vantare a parole le proprie forze, perché possono ingannare quelli che non li conoscono, ma suscitano il riso di quelli che sanno.