Un saluto per ogni occasione

Caesar Octavianus, qui diu ab Italia aberat ut suis copiis in bello contra Antonium et Cleopatram praeesset, ... Prosit ergo ei calliditas et satis poenae erit, si mercedem cum socio diviserit».

Cesare Ottaviano, che era mancato dall’Italia per condurre le sue truppe nella guerra contro Antonio e Cleopatra, aveva fatto ritorno a Roma e celebrava il trionfo nella città.

Allora in mezzo alla folla, che assisteva al trionfo, un tale artigiano si avvicinò all’imperatore, tenendo in mano un corvo, che aveva addestrato a salutare con queste parole: “Ave, o Cesare, vittorioso, imperatore”. Ottaviano acquistò l’uccello così cortese con 20. 000 sesterzi.

Casualmente era presente il socio dell’artigiano, con l’aiuto del quale aveva ammaestrato il corvo. Poiché non gli era stato dato nulla di tanta generosità, fremette d' ira e così esclamò: “Il mio socio ha un altro corvo, che ha ammaestrato a proferire un ben diverso saluto”. Allora Ottaviano ordinò che l’artigiano portasse l’altro corvo, che, quando fu in presenza dell’imperatore, disse queste parole: “Ave, o vincitore, imperatore, Antonio”. Tutti si attendevano l’ira di Ottaviano.

Ma lui, rivolto a quelli che erano presenti: “In quest’uomo c’è non poca astuzia. Quindi gli sia di giovamento l’astuzia e sarà sufficiente la punizione se dividerà il pagamento con il socio”.

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