Agricola peritus villam suam sub radicibus alti montis ponet ubi agri hieme solem aestate umbram habebunt pauca iugera ...
L'agricoltore esperto porrà la sua fattoria alle pendici di un alto monte, dove i campi avranno il sole d'inverno e l'ombra d'estate.
Possiederà pochi iugeri di campo e pochi animali ma, con l'aiuto degli schiavi, amministrerà il podere con grande cura. I campi sono coltivati dagli schiavi, i quali, con le forze dei buoi, arano la terra. I buoi con il petto largo trascinano l'aratro, e con il vomere scavano i solchi. I confini del podere saranno al sicuro se l'agricoltore seminerà alberi tutt'intorno: pini, cipressi e soprattutto olmi, i quali offrono alle pecore un gradito fogliame, e producono rami per le recinzioni e per il fuoco.
Anche un cane sonnecchia nell'aia, e mette in fuga dalla fattoria gli avidi ladri. Presso i campi ci sono le rimesse: lì gli schiavi, stanchi per il lavoro o per il freddo, riposano di tanto in tanto, e vengono protetti i carri e gli altri strumenti. Nelle rimesse ci sono anche grandi vasi pieni di vino e di olio. Ogni giorno, il contadino guida i greggi al pascolo, e quando ritornano nella fattoria, li rinchiude negli ampi ovili.
La contadina, insieme alle ancelle, spazza l'aia, e sul far della sera richiama gli schiavi dai campi e prepara per il marito e per i figli una modesta tavola.