Etiam claris viris ruinae causa aliquando fuit deorum numina neglegere ac erroribus vel culpa non rite sacras ...

Anche per gli uomini illustri, talvolta, fu causa di rovina trascurare le volontà degli déi e, per errori o per colpa, non compiere secondo il rito le cerimonie sacre.

Il console Varrone, infatti, combatté con esito tanto negativo contro i Cartaginesi presso Canne, a causa dell'ira di Giunone poiché, quando, in qualità di edile, aveva organizzato i giochi circensi, aveva posto sul carro di Giove Ottimo Massimo un giovane attore affinché reggesse le reliquie.

Quel misfatto, richiamato dalla memoria dopo alcuni anni, fu espiato per mezzo dei sacrifici. Fu tramandato che anche Ercole aveva preteso un castigo sia severo, sia evidente, di un'inadempienza al suo culto (lett. : "del suo culto trascurato"). I Potizi, una famiglia illustre e antica, dopo aver mantenuto e celebrato per molti anni il rito di Ercole, assegnato (loro) in dono dal dio in persona, per volontà del censore Appio, affidarono l'incarico agli schiavi:

l'ira del figlio di Giove, a causa di un oltraggio tanto grande, divampò a tal punto che tutti i giovani della stirpe, nonostante fossero oltre trenta di numero, morirono nel giro di un anno, e il nome dei Potizi quasi svanì, mentre Appio perse la vista.

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