Igitur ad plebem missus est Menenius Agrippa, orator facundus et, quia inde oriundus erat, plebi carus ...
Dunque, presso la plebe, venne inviato Menenio Agrippa, un oratore eloquente, e caro alla plebe perché di lì era originario.
Egli, dopo che era stato fatto entrare nell'accampamento della plebe, narrò un racconto a quella maniera antica e rude. Un tempo, quando tutte le membra dell'uomo non pensavano all'unisono, ma avevano ciascuna un proprio parere ed una propria voce, le rimanenti parti del corpo vennero portate alla collera, perché tutte, con la loro preoccupazione, la loro fatica e il loro servizio, erano alle dipendenze del ventre, mentre quello, nel mezzo, pacifico, godeva di piaceri dati. Dunque le membra del corpo si misero d'accordo: le mani, ormai, non portavano più il cibo alla bocca, la bocca non accettava il cibo fornito, i denti non lo masticavano.
A causa di questa collera, mentre per mezzo della fame desiderano piegare il ventre, le membra stesse, tutte insieme, e il corpo intero, giungono ad un estremo deperimento.
Di lì, anche il compito del ventre, che restituiva il sangue in tutte le parti (del corpo), apparve non inutile. La ribellione del corpo era somigliante alla collera della plebe contro i senatori: per mezzo di questo breve racconto, Menenio Agrippa vinse la collera della plebe e piegò le menti di tutti.