Orpheus poeta lyrae suae sono beluas feras in silvis alliciebat saxa quoque ex iugis montanis commovebat ...

Il poeta Orfeo, con il suono della sua lira, ammansiva le belve feroci nelle foreste, e smuoveva persino i macigni dalle vette montane.

Amava gioiosamente la bella Euridice, insieme ad Euridice, conduceva una vita quasi felice. Ma la sorte avversa, e gli ineluttabili voleri degli dei, presto rovineranno il fanciullo e la fanciulla.

Una volta Euridice corre, e non vede un serpente nell'erba alta presso un torrente, il quale tende alla fanciulla un agguato mortale. La poveretta viene morsa, e subito dopo discende negli Inferi, senza il compagno, perduta nell'oscurità buia ed eterna. Con la lira Orfeo canta l'amata, canta sulle coste del mare, e presso le sponde dei torrenti: desidera la fanciulla, desidera la sposa.

Alla fine prende una decisione spaventosa: scenderà negli Inferi, e ricondurrà sulla terra la sua fanciulla.

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