Scrittori e poeti a Roma (II)
Post paucos annos P. Terentius ex Africae oris in Italiam perveniet et paucas sed venustas fabulas Romae componet; Adelphos in scaenam promit …
Dopo pochi anni, dalle coste dell'Africa, giungerà in Italia P. Terenzio, e comporrà a Roma poche commedie, ma eleganti; mette in scena "I fratelli": l'educazione di uno di due figli viene affidata al padre Dema, dell'altro allo zio paterno Micione: il primo è bravo, ma è eccessivamente severo, il secondo affettuoso e gentile.
Sia l'uno che l'altro fanciullo, però, è dissoluto, e desidera con grande passione la propria fanciulla.
Terenzio porta sulla scena anche "La suocera", ma contro l'opinione diffusa ed il parere dei Romani, tratteggia una donna buona ed affettuosa nei confronti della nuora. Successivamente avrà grande fama il poeta Q. Ennio, poiché rammenterà la gloria dell'intera storia dei Romani, e M. Porcio Catone, poiché affiderà ad un unico e prezioso libro le basi ed i principi della coltivazione dei campi, e, per primo a Roma, scriverà e tramanderà ai posteri i suoi discorsi.
Oggigiorno però, non esistono libri interi di nessuno dei due, ma di Ennio leggiamo solo pochi frammenti, presso M. Tullio e di A. Gellio, invece di Porcio abbiamo l'intero libro sulla coltivazione dei campi, ma quasi nessun discorso.