Una furiosa battaglia (I)
Caesar, cum ab decimae legionis cohortatione ad dextrum cornu adisset, vidit suos urgeri: nam signis in unum locum …
Cesare, dopo che dall'incoraggiamento della decima legione si fu spostato presso il fianco destro, vide che i suoi venivano sopraffatti: infatti, dato che le insegne erano state concentrate in un unico punto, i soldati della dodicesima legione, compatti, erano essi stessi di impedimento a sé per la battaglia, dopo che i centurioni della quarta coorte erano tutti morti, il portatore del vessillo era stato ucciso, il vessillo era andato perduto, e molti delle rimanenti (coorti) o erano stati feriti oppure erano stati uccisi.
Tra costoro, era stato stremato dalle molte e gravi ferite il primipilo P. Sestio Baculo, un uomo vigorosissimo, al punto che ormai non riusciva più a tenersi in piedi. Cesare capiva che i rimanenti erano troppo lenti e che alcuni, abbandonati da quelli della retroguardia, si ritiravano dalla battaglia ed evitavano i dardi: e i nemici che arrivavano da davanti, da un punto più basso, non smettevano, e inoltre incalzavano da ambedue i lati. La situazione era in pericolo, e non rimaneva alcun aiuto che potesse essere inviato.
Cesare, strappato lo scudo ad un soldato, dal momento che egli era arrivato in quel punto senza uno scudo, avanzò in prima linea, e dopo che ebbe chiamato nome per nome i centurioni, incoraggiò i rimanenti soldati, ed ordinò di attaccare e di allargare i manipoli, affinché potessero impugnare più agevolmente le spade.