I romani devono poter vedere cicerone non ascoltare quello che si dice di lui - versione latino tradurre latino

I romani devono poter vedere Cicerone non ascoltare quello che si dice di lui Versione latino Tradurre latino pagina 140 numero 71

Nam postea quam sensi populi Romani aures hebetiores, oculos autem esse acres atque acutos, destiti quid de me audituri essent homines...

Infatti, in seguito, quando ho capito che le orecchie del popolo romano erano un po’ dure ma che gli occhi erano vivi ed acuti, ho smesso di pensare che cosa gli uomini avrebbero sentito dire a proposito di me; ho fatto in modo che poi mi vedessero presente ogni giorno, ero sempre sotto i loro occhi, frequentai assiduamente il foro; né il mio portinaio né il mio riposo allontanò mai nessuno dal mio incontro. Che cosa mai potrei io dire dei miei momenti impegnati, che neppure nei periodi di riposo ero stato mai davvero in riposo?

Difatti, io ho scritto queste orazioni, che tu, o Cassio, ricordi che solevi, essendo ozioso, leggere, durante i giochi ed i giorni festivi, per non essere mai del tutto ozioso. Ed infatti sempre ho ritenuto sublime ed illustre quel famoso passo di Marco Catone, che scrisse all’ inizio delle sue "Origini", "necessario che l'intelligenza degli uomini famosi e grandi emerga nei momenti di riposo non meno che in quelli di attività". Perciò, se a Roma mi sono procurata la lode che ho, e che non so quanto grande sia, è stata conquistata nel foro;

ed i casi anche pubblici resero degni di totale approvazione le mie decisioni private, così che io ho curato anche il sommo bene dello Stato in patria e custodire la città nella città.

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