Socrate è lieto di essere condannato a morte - VERSIONE latino Cicerone

Socrate è lieto di essere stato condannato a morte
Versione di latino di Cicerone
traduzione dal libro da URBIS ET ORBIS

Nec enim cuiquam homini bono mali quicquam evenire potest nec vivo nec mortuo....

Infatti, a nessun uomo buono può accadere alcunché di male, né da vivo, né da morto. Ma è ormai tempo disse di andar via da qui, io per morire, voi per continuare a vivere.

Gli dei immortali sanno quale delle due cosa sia migliore, penso che nessun uomo lo sappia. "Se, invece, è vero quello che si dice – che la morte è migrazione agli spazi che abitano i trapassati – allora la felicità è anche molto più grande.

«lo ho la ferma speranza, o giudici, che sia per me un bene l'essere mandato a morte. Perché le cose, logica- mente, sono due: o la morte priva completamente di ogni forma di coscienza, o con essa si passa da quaggiù in qualche altro luogo. Perciò, se la morte toglie la coscienza, ed assomiglia a quel sonno che qualche volta non è neppure disturbato dalle visioni dei sogni e ci porta la quiete più assoluta, allora, o dèi benigni, la morte è veramente un bene grande.

Quanti giorni si possono trovare, che siano preferibili ad una notte come quella? E se ad essa sarà simile per l'eternità il tempo a venire, chi potrà essere più felice di me?

versione n. 2 stesso titolo

'Magna me spes tenet, iudices, bene mihi evenire, quod mittar ad mortem. Necesse est enim sit alterum de duobus, ut aut sensus omnino omnes mors auferat aut in alium quendam locum ex his locis migretur....

Mi sostiene la grande speranza, giudici, che essere mandato a morte sia per me una cosa positiva.

Infatti è necessario che accada una delle due cose, o che la morte strappi via ogni senso o che dopo la morte, da qui, ci si trasferisca in un qualche altro luogo. Perciò, o dei, che bel guadagno è morire, sia che la sensibilità venga annullata e la morte sia simile al sonno, che talvolta anche se senza sogni porta a grandissima quiete! Quanti giorni possono essere ritrovati che possano essere preferiti a tale notte?

Se a questa notte è destinato ad essere simile tutto il tempo avvenire, chi sarà più felice di me? Se sono vere le cose che dicono, che la morte è una migrazione verso quelle zone che abitano i morti, ciò è migliore di gran lunga. Se poi, dopo esserti allontanato da coloro che vogliono essere considerati giudici, giungi da quelli che sono giustamente chiamati tali, Mineo, Radamanto, Eco, Triptolemo, e incontri quelli che sono vissuti da giusti e onesti, questo viaggio può sembrarvi poco importante?Quanto valutate la possibilità di discorrere veramente con Orfeo, Museo, Omero ed Esiodo?

Ebbene se è così, sarei disposto a morire tante volte, affinché mi fosse possibile trovare queste cose di cui parlo. Ma che gioia sarebbe (lett. da quanta gioia sarei preso) incontrare Palamede, Aiace e altri condannati ingiuistamente!

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