La nostalgia dei cari

Ego ad vos litteras mitto minus saepe quam possum...

Io spedisco a voi delle lettere meno spesso di quanto posso, perché tutti i momenti mi sono miseri (sto attraversando ogni istante misero) e quando o vi scrivo o leggo le vostre lettere, mitigo a stento con le lacrime così da non poter sopportare il dolore.

Volesse il cielo che fossi stato meno desideroso della vita! Certamente nella vita non ho visto niente o non molto di male. Io sono stato a Brindisi presso M. Lenio Flacco tredici giorni, uomo ottimo, che per la mia salvezza ha trascurato il rischio delle fortune e della sua morte; volesse il cielo che una buona volta potessi rendergli grazia!

Ero partito da Brindisi e mi dirigevo per la Macedonia a Cizico. O me perduto! O afflitto! Dovrei chiederti, di giungere, (dovrei chiedere di giungere) alla moglie malata e sfinita nel corpo e nell'animo? Non dovrei chiederlo? Dovrei dunque stare senza di te? Credo, che farò così: se ci fosse una speranza di un mio ritorno, tu la rafforzeresti e intensificheresti la cosa; se, come io temo, non c'è speranza, in qualunque modo puoi fa in modo di giungere presso di me. Ricorderai solo questo: se ti avrò, non mi sembrerà di perire totalmente.

Abbi cura, sia se vuoi sia se non vuoi, di stare bene e di pensare che io sono turbato (smosso) più fortemente dalla tua miseria che dalla mia. Mia Terenzia, fedelissima e ottima moglie, e la mia carissima figlioletta e la mia ultima speranza, Cicerone, state bene.
(by Maria D.)

Versione tratta da Cicerone

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-04-29 15:22:06 - flow version _RPTC_G1.3