Eco e Narciso (1)
Echo nympha mirae speciei erat. Ea admodum loquax eademque garrula ertat et semper montes silvaeque eius suavi voce resonant; ...
Eco era una ninfa dalla straordinaria bellezza, Ella era estremamente loquace e chiacchierona, e i monti e le foreste risuonavano sempre della soave dolce voce di lei. Per questo motivo era detestata dalla dea Giunone che mossa da invidia paralizzò la sua lingua.
Eco non era dunque né sorda né muta, ma in ogni volta che udiva una parola e la voleva ripetere, poteva pronunciare solo l'ultima stessa sillaba di quella.
Perciò Narciso, un fanciullo che prima amava la bella ninfa, dopo comincia a disprezzarla e l'abbandona. Allora la povera Eco spinta alla disperazione perse ogni speranza e si rifigiò in una caverna dopo molti giorni morì per il dolore:
le sue ossa furono mutate in sassi ma solo la voce non cessò (mai) di ripetere l'ultima sillaba delle parole.