Erichto saga quia grata deis Erebi erat umbras e tumulis expellere poterat ...
La maga Erittone, poiché era gradita agli dèi dell'Erebo, poteva cacciare le ombre dalle tombe ed abitava i sepolcri abbandonati.
Se lo voleva, (Erittone - soggetto sottinteso) poteva parlare con le anime dei morti, poteva vedere le dimore dello Stige, e conoscere i segreti di Plutone. Il corpo della maga era brutto e macilento; il suo volto spaventoso, che non conosceva il cielo limpido, né il sole, era sfigurato dal pallore dello Stige e dalle chiome trasandate: quando delle nuvole scure nascondevano le stelle e nel cielo brillavano i fulmini, Erittone usciva dai sepolcri spogli e prendeva i fulmini notturni.
Calpestava i semi di un fecondo raccolto e li carbonizzava; quando respirava, rendeva l'aria mortale. Non pregava gli dèi Superi e non invocava, con incanto supplice, l'aiuto della divinità: gettava con grande gioia fiamme funeree sugli altari, e sottraeva incensi dalle tombe.
Anche gli dèi Superi temevano la lugubre maga e, poiché non volevano ascoltare i suoi canti malinconici e funesti, le perdonavano ogni nefandezza.