Dopo la morte di Cesare

Verba et sententiae pagina 107 numero 71

Periit sexto et quinquagesimo aetatis anno atque in deorum numerum relatus est, non ore modo cernentium .... quo Caesarem violaverant, ineremerunt (Svetonio)

Morì a cinquantacinque anni e fu annoverato tra gli dei non soltanto per bocca di chi doveva decidere, ma anche per convinzione del popolo.

Infatti nei giochi che per lui in suo onore il suo erede Augusto organizzava, una cometa brillò per sette giorni di seguito sorgendo circa all'ora undicesima, e si credette che fosse l'anima di Cesare assunto in cielo; e per questo motivo viene aggiunta una stella in cima della sua statua.

La curia, nella quale fu ucciso, si decise che fosse chiusa e che le Idi di marzo fossero chiamate giorno del parricidio e che in quel giorno non si riunisse mai il Senato.Dei suoi assassini poi quasi nessuno gli sopravvisse più di tre anni e nessuno morì di morte naturale.

Tutti dopo essere stati condannati chi in una circostanza chi in un’altra perirono in parte in naufragio in parte in battaglia; alcuni poi si uccisero con lo stesso pugnale con il quale avevano colpito Cesare

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