Agostino ascolta i discorsi di Ambrogio di Milano
Verba et sententiae pagina 398 numero 332
Cum enim non satagerem discere quae dicebat, sed tantum quemadmodum dicebat audire (ea mihi quippe iam desperanti ad te viam patere homini...
Sebbene infatti non mi preoccupassi di imparare ciò che diceva, ma soltanto di ascoltare in che modo parlava (infatti mi era rimasta quella vuota occupazione mentre disperavo che per l'uomo si aprisse la via verso di Te entravano nel mio cuore, insieme con le parole, che apprezzavo, anche concetti, che trascuravo.
Ne' li potevo separare. E mentre aprivo il mio animo a carpire quanto eloquentemente parlasse, nel contempo entrava anche quanto parlasse a ragione, per gradi però. E dapprima cominciò a sembrarmi che potessero essere difese quelle stesse cose e la fede cattolica, in difesa della quale io pensavo nulla potesse essere detto contro gli aggressivi manichei, gia` pensavo che si potesse difendere senza sfrontatezza, soprattutto dopo aver ascoltato l'un e l'altro e più spesso una volta risolto l'emigma delle antichi scritti, quando, avendo inteso alla lettera, ero andato in rovina. Spiegati spiritualmente la maggior parte dei passi di quei libri, mi riprendeva soltanto quella mia disperazione, per la quale avevo creduto che non si potessero in alcun modo difendere la legge e i profeti contro coloro che li odiavano e deridevano.
E tuttavia per questo motivo non ritenevo gia` di dover seguire la via cattolica, per il fatto che anche questa poteva avere i suoi assertori, nè ancora ritenevo da condannarsi quello che sostenevo, perchè le parti di difesa si eguagliavano. Così infine la fede cattolica non mi sembrava vinta, sebbene non apparisse ancora vincitrice.