Il corso della vita ci rende meno puri

"Nemo" inquit Epicurus "aliter quam modo natus est exit e vita". Falsum est ... cum omnibus contingere ut bene vivant, ut diu nulli.(Seneca)

"Nessuno," dice Epicuro, "muore differente da come è nato." È falso: moriamo peggiori di quando siamo nati. E' nostra la colpa, non della natura.

Essa ha il diritto di lamentarsi con noi: "E allora?" dice, "vi ho generato senza desideri, senza paure, senza superstizioni, senza perfidie, senza altri mali: uscite dalla vita (tali e) quali siete entrati." Se chi muore è sereno come alla nascita ha conquistato la saggezza: e invece, quando il pericolo ci è vicino, abbiamo paura, il coraggio se ne va, scoloriamo in volto, versiamo lacrime che a nulla serviranno.

Che c'è di più vergognoso dell'essere turbati proprio alle soglie della serenità? Il motivo è che siamo privi di ogni bene e soffriamo di aver sprecato la vita. Non ce n'è rimasta alcuna parte di quella:

è passata, scivolata via. Nessuno si preoccupa di vivere bene, ma di vivere a lungo; eppure tutti possono fare in modo di vivere bene, nessuno di vivere a lungo.

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