Incoraggiamento a un amico in missione - Verba et Voces versione latino Cicerone

Incoraggiamento a un amico in missione versione latino Cicerone traduzione libro Verba et voces Pagina 95 Numero 48

In omnibus meis epistulis, quas ad Caesarem ad Baldum mitto, legitima quaedam est accessio commendationis tuae, nec ea vulgaris sed com aliquo insigni indicio meae erga te benevolentiae....

In tutte le mie lettere che mando a Cesare, a Balbo è conveniente una certa raccomandazione di te, non una volgare, ma con qualche insigne indizio del mio affetto nei tuoi confronti.

Tu solo lascia perdere queste sciocchezze, sia il desiderio di Roma che delle cose urbane e quel proposito con il quale sei partito, consegui con la costanza e il valore. Te lo perdoneremo noi amici così come perdonarono a Medea "quelle ricche matrone che occupavano l'alta rocca di Corinto, o ottimati", che ella " con le mani ingessatissime" persuase a non ascrivere a suo difetto il fatto che rimanesse lontana dalla patria.

Infatti "molti ottennero successo negli affari propri e pubblici stando lontano dalla patria; molti, che rimasero in patria tutta la vita, per questo furono disapprovati". In questo numero tu saresti certamente stato, se non ti avessimo cacciato a forza.

Ma scriveremo di più in altro momento. Tu che hai imparato a badare agli altri, bada a sfuggire ai soldati sui cocchi e (poiché hai cominciato ad agire come Medea) ricordati sempre questo : "Quello stesso saggio che non sa giovare a se stesso, invano è saggio". Vedi di star bene.

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