Il vincolo dell'ospitalità

Quintius Crispinus Badium Campanum benignissime domi suae hospitio exceperat ..... Proinde aliam qua occidas dexteram quaere, quoniam mea te servare didicit".

Quinzio Crispino aveva accolto con la massima disponibilità a casa sua Badio Campano e poiché era stato colpito da una grave malattia lo aveva risanato con una cura scrupolosissima.

Dal quale, provocato a combattere sul campo dopo la famosa ed infame sedizione dei Campani, essendo piuttosto superiore a lui e per forza fisica e per coraggio, preferì rimproverare l'ingrato piuttosto che vincerlo; e così gli disse Quinzio: " Che fai, pazzo? È evidente che uno solo dei Romani ti è gradito, e contro di lui scelleratamente alzi le armi, all'ospitalità del quale (lett. ai penati del quale) devi la tua salute/salvezza?

Il vincolo d'amicizia e gli dei dell'ospitalità, sacri per la nostra razza (lett. per il nostro sangue) pegni di nessun valore per i vostri animi (lett. petti) [mi] vietano di combattere con te una battaglia ostile. Che anzi, se nello scontro degli eserciti per un fortuito urto del mio scudo ti riconoscessi mentre sei a terra, ritirerei il pugnale già puntato alla tua nuca. Sia dunque tuo il crimine di aver voluto uccidere l'ospite.

Perciò cerca un'altra destra da uccidere, perché sei venuto a conoscenza che la mia ha imparato a risparmiarti".

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