Il principato di Nerone

Vox maiorum pagina 232 numero 4

Nero imperator et populum et marmora Romae vastavit: nam offensus deformitate antiquorum aedificiorum et angustiis vicorum, urbem incendit:...

L'imperatore Nerone devastò sia il popolo sia i monumenti di Roma; infatti, disgustato dalla deformità degli antichi edifici e dei vicoli angusti, incendiò la città: molti servi dell'imperatore furono sorpresi con stoppa e fiaccole, ma tardi.

Molti edifici furono bruciati e i cadaveri riempirono le vie: allora, oltre all'immenso numero di quartieri, bruciarono i palazzi degli antichi comandanti fino ad allora ornati con abbondanti spoglie ed i templi degli dei consacrati e dedicati dai re. Nerone osservò l'incendio e lieto declamò i versi sulla guerra di Troia. Roma non piangeva soltanto per la crudeltà di Nerone:

le ricchezze delle province per molti anni furono prosciugate da Nerone e nel regno di Nerone la pestilenza e le guerre devastarono le terre dell'Asia, incendi e tempeste la Libia.

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