Aληθους ιστοριας 1

Τούτοις οὖν ἐντυχών ἅπασιν, τοῦ ψεύσασθαι μέν οὐ σφόδρα τούς ἄνδρας ἐμεμψάμην, ὁρῶν ἤδη σύνηθες ὂν τοῦτο καί τοῖς φιλοσοφεῖν ὑπισχνουμένοις: ἐκεῖνο δέ αὐτῶν ἐθαύμασα, εἰ ἐνόμιζον λήσειν οὐκ ἀληθῆ συγγράφοντες....

Dunque essendomi imbattuto in tutti questi (storici), non ho biasimato molto quegli uomini per aver mentito, vedendo che ormai questa era cosa usuale anche per quelli che si occupavano di filosofia; di loro mi sarei meravigliato per questo, se avessero ritenuto che avrebbero dilettato raccontando la verità.

Anche io perciò desiderando lasciare qualcosa quelli dopo di noi, per non essere l'unico privo della libertà di raccontare storie, poiché non avevano nulla di vero da raccontare - infatti non mi era accaduto niente degno di essere raccontato - mi volsi al falso molto più verosimile a quello degli altri; e se dirò una cosa vera, (la dirò) dicendo che mento.

Così mi sembra di evitare l'accusa agli altri, ammettendo io stesso di non dire niente di vero.

Scrivo dunque riguardo a cose che né vidi, né provai, né sentii da altri, e ancora che né esistono affatto né possono esistere. Perciò bisogna che quelli che vi si imbattano non vi credano. .

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