Sui sacrifici 1

Ἃ μὲν γὰρ ἐν ταῖς θυσίαις οἱ μάταιοι πράττουσι καὶ ταῖς ἑορταῖς καὶ προσόδοις τῶν θεῶν καὶ ἃ αἰτοῦσι καὶ ἃ εὔχονται καὶ ἃ γιγνώσκουσι περὶ...

Infatti ciò che gli uomini sciocchi fanno nei sacrifici, nelle feste e nelle processioni degli dei, ciò che chiedono, ciò che pregano, i voti e ciò che pensano di esse, non credo che ci sia (lett.

se c'è) qualcuno così triste e addolorato che non riderà avendo considerato la stoltezza di quelle cerimonie (τὰ δρώμενα = cerimonia). E io credo anche che molto prima di ridere considererà tra se, quale delle due cose conviene loro, definirsi pii o al contrario nemici verso gli dei e malvagi (=posseduti da un cattivo genio = κακοδαίμονας), hanno (ὑπολαμβάνω) stimato la divinità così misera e vile che abbia bisogno degli uomini, si compiaccia dell'adulazione e della non curanza si sdegni.

E perciò gli avvenimenti etolici, le disgrazie dei Calidoni con tante stragi e con l'uccisione di Meleagro, tutte affermano esser fatto di Artemide corrucciata, perché da Oineo non fu considerata nel sacrificio così che tanto profondamente ricevette ella nell'animo quel sacro dissidio. (traduzione di Anna Maria Di Leo)

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