CICERONE - De Amicitia (Sull'amicizia) 15-16 Testo latino e traduzione

DE AMICITIA 15 DE AMICITIA 16 (Sull'amicizia) - Cicerone

[ 15] Quam ob rem cum illo quidem, ut supra dixi, actum optime est, mecum incommodius, quem fuerat aequius, ut prius introieram, sic prius exire de vita.

Sed tamen recordatione nostrae amicitiae sic fruor ut beate vixisse videar, quia cum Scipione vixerim, quocum mihi coniuncta cura de publica re et de privata fuit, quocum et domus fuit et militia communis et, id in quo est omnis vis amicitiae, voluntatum, studiorum, sententiarum summa consensio.

Itaque non tam ista me sapientiae, quam modo Fannius commemoravit, fama delectat, falsa praesertim, quam quod amicitiae nostrae memoriam spero sempiternam fore, idque eo mihi magis est cordi, quod ex omnibus saeculis vix tria aut quattuor nominantur paria amicorum;

quo in genere sperare videor Scipionis et Laeli amicitiam notam posteritati fore.

15 A lui, dunque, come ho appena detto, la sorte ha arriso.

Non altrettanto a me che, entrato prima nella vita, prima avrei dovuto uscirne. Tuttavia mi sento così appagato nel ricordare la nostra amicizia che mi sembra di aver vissuto un'esistenza felice solo perché l'ho vissuta insieme a Scipione. Con lui ho condiviso l'impegno della politica e degli affari privati, con lui ho vissuto in tempo di pace e di guerra, con lui - ecco la vera essenza dell'amicizia - ho avuto un'intesa perfetta di intenzioni, di aspirazioni e di opinioni.

Perciò, non mi compiaccio tanto della fama di saggezza, oltretutto falsa, cui Fannio ha appena accennato, quanto della speranza che il ricordo della nostra amicizia sarà eterno.

È una speranza che mi sta a cuore perché, di tutti i secoli passati, si ricordano a mala pena tre o quattro coppie di amici. Ma credo di poter sperare che l'amicizia tra Scipione e Lelio sarà nota ai posteri come una di queste.

[16] Fannius: Istuc quidem, Laeli, ita necesse est. Sed quoniam amicitiae mentionem fecisti et sumus otiosi, pergratum mihi feceris, spero item Scaevolae, si quem ad modum soles de ceteris rebus, cum ex te quaeruntur, sic de amicitia disputaris quid sentias, qualem existimes, quae praecepta des. Scaevola: Mihi vero erit gratum; atque id ipsum cum tecum agere conarer, Fannius antevertit. Quam ob rem utrique nostrum gratum admodum feceris.

16 FANNIO. Non può essere altrimenti, Lelio. Ma, siccome hai menzionato l'amicizia e noi abbiamo del tempo libero, mi farai un grandissimo piacere - e anche a Scevola, spero - se vorrai parlarci dell'amicizia come sei solito discutere gli altri problemi che ti vengono proposti, dicendoci cosa ne pensi, quale essenza le attribuisci, che regole le assegni. SCEVOLA. Sì, sarà per me un piacere. Anzi, stavo proprio per chiedertelo quando Fannio mi ha preceduto. Le tue parole, quindi, a entrambi saranno molto gradite.

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