CICERONE - De Amicitia 2 (Sull'amicizia) testo latino e traduzione

DE AMICITIA 2 (Sull'amicizia) - Cicerone

2. Cum saepe multa, tum memini domi in hemicyclio sedentem, ut solebat, cum et ego essem una et pauci admodum familiares, in eum sermonem illum incidere qui tum forte multis erat in ore.

Meministi enim profecto, Attice, et eo magis, quod P. Sulpicio utebare multum, cum is tribunus plebis capitali odio a Q.

Pompeio, qui tum erat consul, dissideret, quocum coniunctissime et amantissime vixerat, quanta esset hominum vel admiratio vel querella.

2 Di lui ricordo spesso molti episodi, ma in particolare uno: era a casa sua e sedeva, come al solito, nell'emiciclo: c'ero io pure e pochi intimi, quando gli capitò di raccontare un fatto che proprio allora era sulla bocca di molti.

Ti ricordi certamente, Attico, tu che eri così vicino a Publio Sulpicio, quanta sorpresa o piuttosto quanta amarezza si diffuse tra la gente quando Sulpicio, tribuno della plebe, con odio mortale si staccò da Quinto Pompeo, allora console, insieme al quale era vissuto in un rapporto di grande intimità e affetto.

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