CICERONE - De Amicitia (Sull'amicizia) 5 - 6 testo latino e traduzione

DE AMICITIA 5 e DE AMICITIA 6(Sull'amicizia) - Cicerone
Opera integrale con traduzione italiana

5] Sed ut tum ad senem senex de senectute, sic hoc libro ad amicum amicissimus scripsi de amicitia.

Tum est Cato locutus, quo erat nemo fere senior temporibus illis, nemo prudentior; nunc Laelius et sapiens (sic enim est habitus) et amicitiae gloria excellens de amicitia loquetur.

Tu velim a me animum parumper avertas, Laelium loqui ipsum putes.

C. Fannius et Q. Mucius ad socerum veniunt post mortem Africani; ab his sermo oritur, respondet Laelius, cuius tota disputatio est de amicitia, quam legens te ipse cognosces.

5 Ma se allora, da vecchio, dedicavo a un vecchio un libro sulla vecchiaia, adesso, da vero amico, dedico a un amico questo trattato sull'amicizia.

In quel libro era Catone a parlare, l'uomo più anziano e più ricco di esperienza dei suoi tempi, in questo sarà Lelio a esprimersi sull'amicizia, «il Saggio» - tale era considerato -, il più grande per la gloria della sua amicizia.

Per qualche minuto, te ne prego, non pensare più a me, ma immagina che sia proprio Lelio a raccontare.

Caio Fannio e Quinto Mucio vanno a trovare il loro suocero dopo la morte dell'Africano. Da loro ha inizio la conversazione, Lelio risponde e sua è l'intera trattazione dell'amicizia. Leggendola, riconoscerai te stesso.

[6] Fannius: Sunt ista, Laeli; nec enim melior vir fuit Africano quisquam nec clarior. Sed existimare debes omnium oculos in te esse coniectos unum; te sapientem et appellant et existimant. Tribuebatur hoc modo M. Catoni; scimus L. Acilium apud patres nostros appellatum esse sapientem; sed uterque alio quodam modo, Acilius, quia prudens esse in iure civili putabatur, Cato, quia multarum rerum usum habebat; multa eius et in senatu et in foro vel provisa prudenter vel acta constanter vel responsa acute ferebantur; propterea quasi cognomen iam habebat in senectute sapientis.

II 6 FANNIO. Sì, Lelio. Non ci fu uomo migliore dell'Africano, né più illustre. Devi tener presente, però, che gli occhi di tutti sono puntati su di te: sei l'unico che chiamino e giudichino saggio. Sino a poco tempo fa si attribuiva l'appellativo a Marco Catone e sappiamo che, all'epoca dei nostri padri, Lucio Acilio era chiamato «il Saggio». Ma entrambi in modo diverso da te: Acilio perché era considerato competente nel diritto civile, Catone perché aveva esperienza in molti campi ed era ricordato per il buon senso dei provvedimenti, per il coraggio delle azioni, per l'acutezza delle risposte di cui aveva dato prova più volte in senato o al foro. Perciò, in vecchiaia, il titolo di «Saggio» era diventato per lui una sorta di soprannome.

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