CICERONE - De Amicitia (Sull'amicizia) 53-54 testo latino e traduizone

DE AMICITIA 53 DE AMICITIA 54 (Sull'amicizia) - Cicerone Testo latino con traduzione italiana

[53] Quis enim aut eum diligat quem metuat, aut eum a quo se metui putet? Coluntur tamen simulatione dumtaxat ad tempus.

Quod si forte, ut fit plerumque, ceciderunt, tum intellegitur quam fuerint inopes amicorum.

Quod Tarquinium dixisse ferunt, tum exsulantem se intellexisse quos fidos amicos habuisset, quos infidos, cum iam neutris gratiam referre posset.

[54] Quamquam miror, illa superbia et importunitate si quemquam amicum habere potuit. Atque ut huius, quem dixi, mores veros amicos parare non potuerunt, sic multorum opes praepotentium excludunt amicitias fideles. Non enim solum ipsa Fortuna caeca est sed eos etiam plerumque efficit caecos quos complexa est; itaque efferuntur fere fastidio et contumacia nec quicquam insipiente fortunato intolerabilius fieri potest. Atque hoc quidem videre licet, eos qui antea commodis fuerint moribus, imperio, potestate, prosperis rebus immutari, sperni ab iis veteres amicitias, indulgeri novis.

53 Chi, allora, potrebbe amare una persona di cui ha paura o a cui pensa di ispirarne?

Eppure i tiranni sono riveriti, ma da chi finge, e solo per un tempo limitato. Se mai cadono, come succede generalmente, allora viene a galla quanto fossero poveri di amici. È quello che, secondo la tradizione, ammise Tarquinio il giorno dell'esilio: riconobbe gli amici fedeli e quelli infedeli solo nel momento in cui non poteva più ripagare né gli uni né gli altri.

54 È strano, comunque, che abbia potuto avere un solo amico, con la sua superbia e crudeltà! Ma se il suo carattere non poté procurargli veri amici, allo stesso modo le ricchezze impediscono a molti potenti di avere amicizie fedeli. La Fortuna, infatti, non solo è cieca, ma acceca spesso anche le persone cui ha concesso i propri favori.

Ecco perché, di solito, si lasciano prendere dall'arroganza e dall'alterigia, e niente risulta più insopportabile di uno stupido fortunato. Si può poi osservare che uomini, il cui carattere era affabile, cambiano con un comando militare, una carica pubblica o un successo, disprezzano le vecchie amicizie e assecondano in tutto le nuove.

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