CICERONE - De Amicitia (Sull'amicizia) 75-76 Testo latino e traduzione

DE AMICITIA 75 DE AMICITIA 76 (Sull'amicizia) - Cicerone
Opera integrale con traduzione italiana

[75] Recte etiam praecipi potest in amicitiis, ne intemperata quaedam benevolentia, quod persaepe fit, impediat magnas utilitates amicorum.

Nec enim, ut ad fabulas redeam, Troiam Neoptolemus capere potuisset, si Lycomedem, apud quem erat educatus, multis cum lacrimis iter suum impedientem audire voluisset.

Et saepe incidunt magnae res, ut discedendum sit ab amicis;

quas qui impedire vult, quod desiderium non facile ferat, is et infirmus est mollisque natura et ob eam ipsam causam in amicitia parum iustus.

75 A ragione si può prescrivere un'altra regola nell'amicizia: un affetto incontrollato non deve ostacolare l'amico, come molto spesso accade, nel conseguimento di importanti successi.

Per ritornare ai drammi, Neottolemo non avrebbe potuto conquistare Troia se avesse voluto dar retta a Licomede, presso il quale era stato allevato, che piangendo a dirotto cercava di impedirne la partenza.

Spesso, poi, capitano gravi eventi che impongono un distacco: chi vi si oppone, perché incapace di sopportare la mancanza dell'amico è debole, senza carattere, e, proprio per questo, ingiusto nei confronti dell'amico.

[76] Atque in omni re considerandum est et quid postules ab amico et quid patiare a te impetrari. Est etiam quaedam calamitas in amicitiis dimittendis non numquam necessaria; iam enim a sapientium familiaritatibus ad vulgares amicitias oratio nostra delabitur. Erumpunt saepe vitia amicorum tum in ipsos amicos, tum in alienos, quorum tamen ad amicos redundet infamia. Tales igitur amicitiae sunt remissione usus eluendae et, ut Catonem dicere audivi, dissuendae magis quam discindendae, nisi quaedam admodum intolerabilis iniuria exarserit, ut neque rectum neque honestum sit nec fieri possit, ut non statim alienatio disiunctioque faciunda sit.

76 Insomma, in ogni circostanza devi valutare attentamente cosa chiedi all'amico e cosa sei disposto a concedergli. XXI Incombe sulle amicizie una calamità, e non sempre è possibile evitarla: la rottura. Il mio discorso si abbassa ormai dall'amicizia tra saggi alle amicizie comuni. I difetti degli amici, infatti, molte volte si manifestano all'improvviso, ora a danno degli stessi amici, ora degli estranei, ma in modo che il disonore ricada sempre sugli amici. Bisogna frequentare tali amicizie sempre meno, sino ad arrivare allo scioglimento definitivo. Come ho sentito dire da Catone, dobbiamo scucirle, non strapparle, a meno che non divampi un motivo di risentimento davvero insopportabile; in tal caso non sarebbe giusto, né dignitoso, né possibile non troncare una volta per tutte il rapporto.

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