Cicerone De Fato 3-4 II testo latino e traduzione

Cicerone De Fato- Sul Fato 3-4 II

3 Quibus actis, Quid ergo? inquit ille, quoniam oratorias exercitationes non tu quidem, ut spero, reliquisti, sed certe philosophiam illis anteposuisti, possumne aliquid audire? Tu vero, inquam, vel audire vel dicere; nec enim, id quod recte existimas, oratoria illa studia deserui, quibus etiam te incendi, quamquam flagrantissumum acceperam, nec ea, quae nunc tracto, minuunt, sed augent potius illam facultatem.

Nam cum hoc genere philosophiae, quod nos sequimur, magnam habet orator societatem; subtilitatem enim ab Academia mutuatur et ei vicissim reddit ubertatem orationis et ornamenta dicendi.

Quam ob rem, inquam, quoniam utriusque studii nostra possessio est, hodie, utro frui malis, optio sit tua. Tum Hirtius: Gratissumum, inquit, et tuorum omnium simile; nihil enim umquam abnuit meo studio voluntas tua

4 Sed quoniam rhetorica mihi vestra sunt nota teque in eis et audivimus saepe et audiemus atque hanc Academicorum contra propositum disputandi consuetudinem indicant te suscepisse Tusculanae disputationes, ponere aliquid, ad quod audiam, si tibi non est molestum, volo. An mihi, inquam, potest quicquam esse molestum, quod tibi gratum futurum sit? Sed ita audies, ut Romanum hominem, ut timide ingredientem ad hoc genus disputandi, ut longo intervallo haec studia repetentem. Ita, inquit, audiam te disputantem, ut ea lego, quae scripsisti. Proinde ordire. Considamus hic.

II 3 Dopo aver parlato di ciò, mi disse: "Allora, siccome non hai certo abbandonato, spero, gli esercizi oratori, ma li hai senz'altro posposti alla filosofia, potrei forse sentire un saggio della tua eloquenza?". "Ma certo: è tua facoltà", risposi, "tanto l'ascoltare quanto l'intervenire.

Sì, è come tu ritieni: non ho abbandonato quegli studi oratori grazie ai quali ho infiammato anche te - ma già ardevi d'entusiasmo quando ti accolsi -, né i miei interessi attuali diminuiscono le capacità espressive, anzi le potenziano.

Con il genere di filosofia che seguiamo, l'oratore ha infatti un'intima affinità: dall'Accademia prende a prestito la sottigliezza dell'argomentazione e in cambio restituisce alla filosofia la dovizia dell'arte oratoria e gli ornamenti retorici.

Perciò", continuai, "dal momento che padroneggiamo entrambi i campi, oggi lascio a te la scelta, se preferisci trattare dell'uno o dell'altro". Allora Irzio: "È una cortesia squisita da parte tua", disse, "com'è tipico di ogni tuo gesto: la tua benevolenza non ha mai opposto un rifiuto ai miei desideri.

4 Allora, considerando che le vostre finezze retoriche mi sono note e che ti abbiamo ascoltato più volte e ancora ti ascolteremo impegnato in esse, e poiché le Discussioni di Tuscolo dimostrano che hai adottato la tecnica degli Accademici di disquisire e respingere ogni tesi proposta, vorrei suggerire un tema, per ascoltare il tuo parere, se non ti spiace". "Potrebbe forse spiacermi", ribattei, "ciò che a te sarà gradito? Allora mi ascolterai tenendo presente che parla un Romano, un uomo che timidamente si affaccia a questo genere di disputa e che ritorna a tali studi dopo un lungo intervallo di tempo". "Ti ascolterò discettare", disse, "nello stesso modo in cui leggo i tuoi scritti. Inizia dunque. Sediamoci qui".

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