Apologia di Socrate 21c, 21d

Ἦλθον ἐπί τινα τῶν δοκούντων σοφῶν εἶναι. Διασκοπῶν οὖν τοῦτον – ὀνόματι γὰρ οὐδὲν δέομαι λέγειν, ἦν δέ τις τῶν πολιτικῶν πρὸς ὃν ἐγὼ...

Giunsi da uno di quelli che hanno l'apparenza di essere saggi. Quindi esaminando questo - non mi è necessario infatti chiamarlo per nome, ma era uno dei politici verso il quale io esaminandolo provai qualcosa ( ἔπαθον aor πάσχω), anche conversando con lui - mi parve che quest'uomo sembrava esser saggio sia a molti altri uomini sia soprattutto a lui stesso, ma non lo era. (1εἰδείη — οἶδα perf opt att 3a sg); poi tentavo di provargli (δείκνῡμι) che lui pensava di essere saggio ma non poteva capire nulla.

Quindi in seguito a ciò fui odiato (ἀπεχθάνομαι) da questo e da molti dei presenti; ...(CONTINUA)

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