Il più sapiente tra gli uomini
ἐγὼ γάρ, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, δι᾽ οὐδὲν ἀλλ᾽ ἢ διὰ σοφίαν τινὰ τοῦτο τὸ ὄνομα ἔσχηκα....
Io infatti, o cittadini ateniesi, ho avuto (perf.ἔχω 1a sing.) il nome [di sapiente] per null'altro che per una certa sapienza.
Di quale natura è questa sapienza? E' quella probabilmente una sapienza (ὅς περ=femm.) umana? In realtà (=τῳ ὄντι) infatti è probabile che io corra il rischio di essere un sapiente. Invece, quei tali di cui poco fa parlavo o saranno sapienti di una sapienza superiore rispetto a quella umana o io non so cosa dire. Certamente io non conosco questa sapienza. E chi dice, invece, che io la conosco mente e lo dice per calunniarmi. E non mi interromperete (fut. θορυβέω) nemmeno se a qualcuno di voi sembrerò (fut. δοκέω) dire cose superbe ma vi riporterò (fut. Ἀναφέρω) le parole di uno che da affidamento.
Infatti della mia sapienza se esiste e di che specie sia, io vi presenterò (παρέχω fut. 1a sing) come testimone il Dio a Delfi. Voi avete conosciuto ( ἴστε = εἴδω perf. 2a pl. ) probabilmente Cherefonte. Costui era da giovane un mio amico e (è) un amico per un gran numero di voi, (συνέφυγε τὴν φυγὴν ταύτην sul vocab. =) partecipò a questo esilio e ritornò (κατέρχομαι) con voi. Voi avete conosciuto anche quanto Cherefonte era impetuoso e si slanciasse (ὁρμήσειεν = ὁρμάω, aor. ottativo 3a sing ) verso (ἐφ=ἐπί) qualunque cosa. E una volta recatosi a Delfi ebbe l'ardire di chiedere questo responso – e come dico – non interrompete/protestate giudici, chiese (ἤρετο=ἔιρομαι aor. 3a) infatti se ci fosse qualcuno più sapiente di me. La Pizia rispose dunque che nessuno era più sapiente.
E di queste cose testimonierà a voi questo fratello, dato che quello è morto.
(Traduzione letterale con note di Anna Maria Di Leo)
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