Straordinario eloquio di Socrate - Platone versione greco
Ημεις γουν, οταν μεν του αλλου ακουωμεν λεγοντος, και πανυ αγαθου ρητορος, αλλους λογους, ουδεν μελει, ως επος ειπειν, ουδενι: επειδαν δε...
«Noi dunque, quando ascoltiamo un altro parlare, sia pure un grande oratore, e (ascoltiamo) altri discorsi, non importa niente a nessuno, per così dire; ma quando uno ascolta te, o un altro che pronuncia i tuoi discorsi, anche se l’oratore è del tutto inetto, sia quando ti ascolti una donna, sia un uomo, sia anche un giovinetto, siamo tratti fuor da noi stessi e siamo invasati.
Io, certo, o signori, se non stessi per sembrarvi essere completamente ubriaco, vi dico, giurandovi quello che io stesso ho provato a causa dei discorsi di costui, e che provo ancora adesso Quando lo ascolto, molto più che ai coribanti mi balza il cuore e sgorgano lacrime per le sue parole. E vedo che a moltissimi altri accade lo stesso. »
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