Chi è dominato dalle passioni non è libero

Gymnasion numero 113

Inizio: Ως δε και πρακτικωτερους εποιει ο Σωκρατης ... Fine: «Νη τον Δι εικοτως».

Traduzione numero 1

Dirò adesso in che maniera faceva sì che quelli che lo frequentavano diventassero anche più disciplinati.

Pensava, infatti, che la padronanza di sé fosse un bene per chi intende realizzare qualche bella impresa: così, prima di tutto, mostrava a quelli che lo frequentavano di esercitarvisi più di ogni altro uomo, poi li indirizzava più di ogni altro a questa virtù con i suoi discorsi. Aveva dunque sempre presenti nella memoria le cose che giovano alla virtù e le ricordava a tutti i suoi amici.

So che una volta anche con Eutidemo ebbe la conversazione seguente sulla padronanza di sé. "Dimmi, " gli chiese "o Eutidemo, credi tu che per un uomo o per una città sia un'acquisizione splendida e grandiosa la libertà?" "Assolutamente" rispose. "E credi che colui sul quale comandano i piaceri del corpo e che per causa loro non è capace di realizzare le imprese più belle sia libero?" "Niente affatto" rispose.

"Ti pare forse che sia proprio di chi è libero realizzare le imprese più belle e così consideri indegno di un libero il fatto di avere chi ne impedisce la realizzazione?. " "Sicuro" rispose. "Allora, ti sembrano del tutto degni di schiavitù quelli che non si sanno controllare?""Sì per Zeus, veramente".

Traduzione numero 2

Dirò adesso questo, come Socrate faceva sì che quelli che lo frequentavano diventassero anche più attivi.

Pensava, infatti, che la padronanza di sé fosse un bene per chi intende realizzare qualche bella impresa: così, prima di tutto, mostrava a quelli che lo frequentavano di esercitarvisi più di ogni altro uomo, poi li indirizzava più di ogni altro alla temperanza con i suoi discorsi. Aveva dunque sempre presenti nella memoria le cose che giovano alla virtù e le ricordava a tutti i suoi amici.

So che una volta anche con Eutidemo ebbe una conversazione di tal genere sulla padronanza di sé. "Dimmi, " gli chiese "o Eutidemo, credi che per un uomo o per una città sia un'acquisizione splendida e grandiosa la libertà?" "Grandissima, quanto più si può" rispose. "E credi che colui che è comandato dai piaceri del corpo e che per causa loro non è capace di realizzare le imprese più belle sia libero?" "Niente affatto" rispose.

"Ti pare forse che sia proprio di chi è libero realizzare le imprese più belle e così consideri indegno di un libero il fatto di avere chi ne impedisce la realizzazione?. " "Sicuro" rispose. "Allora, ti sembrano del tutto degni di schiavitù quelli che non si sanno controllare?""Sì per Zeus, veramente".

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