Ciro e Artaserse si affrontano in battaglia
πρὶν δὲ τόξευμα ἐξικνεῖσθαι ἐκκλίνουσιν οἱ βάρβαροι καὶ φεύγουσι. καὶ ἐνταῦθα δὴ ἐδίωκον μὲν κατὰ κράτος οἱ Ἕλληνες, ἐβόων δὲ ἀλλήλοις μὴ θεῖν δρόμῳ, ἀλλ᾽ ἐν τάξει ἕπεσθαι....
Prima di essere a tiro di freccia i barbari ripiegarono e fuggirono. Qui li inseguirono i Greci a tutta forza, gridarono tra loro di non andar di corsa, ma di tener dietro conservando lo schieramento.
Quanto ai carri, alcuni correvano attraverso le stesse truppe nemiche, altri anche attraverso le truppe greche, ma vuoti senza conducenti. Quando li vedevano a distanza, allargavano le file: fu colto uno di essi, stordito come in una corsa di cavalli; ma si dice che nemmeno a costui accadde nulla, né alcun altro dei Greci ebbe alcun danno in questa battaglia, tranne che, si disse, alla sinistra uno fu raggiunto da una freccia.
Ciro, vedendo che i Greci vincevano e inseguivano le truppe di fronte, ne era lieto, e già gli uomini del suo seguito gli si prosternavano come a Re, ma non si lasciò indurre ad inseguire, ma tenendo in formazione chiusa i seicento cavalieri che erano con lui, spiava le mosse del Re. E, infatti, sapeva che occupava il mezzo dell'esercito persiano.
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