Senofonte, Memorabili 1.4.13 - 1.4.14

Ό τοίνυν θεός τήν ψυχήν κρατίστην τῷ άνθρώπῳ ένέφυσε. Τίνος γάρ ἃλλου ζῴου ψυγή πρῶτα μέν θεῶν τῶν τά μέγιστα καί κάλλιστα συνταξάντων...

La divinità inoltre produsse nell’uomo l’anima capacissima. Per prima cosa infatti l'anima di quale altro vivente sa percepire che esistono gli dei, i quali hanno composto con ordine realtà grandissime e bellissime?

Quale altra specie poi, se non gli uomini, venerano gli dei? Quale anima è più capace di quella umana di difendersi o dalla fame o dalla sete o dal freddo e dal caldo, o di curare le malattie, di esercitare la forza, di faticare per imparare, qual è più capace di ricordare quanto ha ascoltato, o visto o appreso?

Non ti sembra del tutto evidente che a confronto degli altri esseri viventi gli uomini conducano un'esistenza come dei, essendo i più dotati per natura nel corpo e nell'anima? Se qualcuno avesse infatti il corpo di un bue e l'intelligenza di un uomo, non potrebbe fare quello che desidererebbe e nemmeno quanti hanno le mani, ma sono senza intelligenza, hanno maggior vantaggio.

Tu che hai ricevuto entrambe queste pregevolissime cose, non credi che gli dei sì prendano cura di te?

Senofonte, Memorabili Libro 1

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