Senofonte e i suoi giungono in un villaggio armeno - versione greco Senofonte
Senofonte e i suoi giungono in un villaggio armeno VERSIONE DI GRECO di Senofonte
Ἔνθα δὴ Πολυκράτης Ἀθηναῖος λοχαγὸς ἐκέλευσεν ἀφιέναι ἑαυτόν· καὶ λαβὼν τοὺς εὐζώνους, θέων ἐπὶ τὴν κώμην ἣν εἰλήχει Ξενοφῶν καταλαμβάνει...
TRADUZIONE
Dunque il locago ateniese Policrate decretò per proprio conto di partire; e, recato che ebbe seco alcuni militi armati alla leggera, dirigendosi di corsa verso il villaggio che Senofonte aveva conquistato, prese con sè tutti quanti gli uomini ivi residenti, il capovillaggio, e diciassette puledri che venivano allevati in quanto tributo al sovrano, e persino la figlia del suddetto capovillaggio, maritata da nove giorni; il marito, tuttavia, stava cacciando lepri al di fuori del borgo, e non fu sorpreso all'interno del villaggio, (al momento dell'invasione).
Le case erano sotto terra. L'ingresso somigliava alla bocca di un pozzo, ma in basso erano spaziose. L'entrata per gli animali era costituita da gallerie scavate, mentre le persone si calavano giù mediante scale. Nelle case vivevano capre, pecore, buoi e volatili con i rispettivi piccoli. Tutti questi animali erano nutriti là dentro con erba secca. C'erano anche grano, orzo, legumi, vino d'orzo in recipienti, sulla cui superficie galleggiavano chicchi d'orzo: vi erano immerse delle canne, grandi e piccole, dal fusto privo di nodi. Quando qualcuno aveva sete, bastava ne prendesse una in bocca e succhiasse.
Era vino purissimo, troppo forte se non lo si mescolava all'acqua, ma, se ci si faceva la bocca, era una bevanda gradevole.
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