Una marcia funestata dalla neve e dal vento

Οι Ελληνες ἐπορεύοντο διὰ χιόνος πολλῆς ἔχοντες ἡγεμόνας  πολλούς· καὶ αὐθημερὸν ὑπερβαλόντες τὸ ἄκρον κατεστρατοπεδεύσαντο....

I greci che avevano molte guide, procedevano attraverso una neve insistente; dopo esser arrivati il giorno stesso si accampavano sul promontorio.

Da qui, in tre tappe, avanzarono di quindici parasanghe presso il fiume Eufrate e lo oltrepassarono bagnandosi all'altezza dell'ombelico. Si diceva che le sorgenti non fossero lontane. Quindi procedono attraverso la neve alta, in pianura, per cinque parasanghe in tre tappe.

Il terzo (giorno) fu difficile  anche un vento di tramontana soffiava contrario, bruciando completamente la vegetazione e intirizzendo gli uomini. Allora uno fra gli indovini disse di immolare vittime al vento, e si sacrificò (lett. presente): e a tutti sembrò che l'intensità del vento cessò.

La profondità della neve era un'orgia: così anche molti fra gli animali e fra gli schiavi morirono e anche trenta fra i soldati.

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