Cesare arresta l'avanzata degli Elvezi (Versione di latino Cesare)

Cesare arresta l'avanzata degli Elvezi
Autore: Cesare Libro: Nuovo comprendere e tradurre
Testo latino: non disponibile / Traduzione della versione

L'Arari è un fiume che sfocia nel Rodano attraverso i territori degli Edui e dei Sequani, con così straordinaria lentezza che non si può giudicare con gli occhi in quale delle due direzioni esso scorra.

li Elvezi lo attraversavano grazie a barche e zattere legate assieme. uando Cesare venne informato per mezzo degli esploratori che gli Elvezi avevano già fatto passare tre parti delle truppe attraverso il fiume e che una quarta parte era stata lasciata perlopiù al di qua del fiume Arari, partito dall'accampamento alle tre di notte con tre legioni, si diresse verso quella parte che nel frattempo non aveva attraversato il fiume.


Assaliti questi, spaventati e sorpresi, ne uccise gran parte; i rimanenti si diedero alla fuga e si ritirarono nei boschi vicini.
Quel distretto era chiamato Tigurino: infatti tutto il popolo degli Elvezi venne diviso in quattro distretti.


Quest'unico distretto, avendo lasciato la patria all'epoca dei nostri padri, aveva ucciso il console L. Cassio e aveva fatto passare sotto un giogo il suo esercito.
Così o per caso o per suggerimento degli dei immortali, quella parte, che aveva provocato una famosa disfatta del popolo Romano, pagò il fio.

Passo originale di Cesare

Flumen est Arar, quod per fines Haeduorum et Sequanorum in Rhodanum influit, incredibili lenitate, ita ut oculis in utram partem fluat iudicari non possit.

Id Helvetii ratibus ac lintribus iunctis transibant. Ubi per exploratores Caesar certior factus est tres iam partes copiarum Helvetios id flumen traduxisse, quartam vero partem citra flumen Ararim reliquam esse, de tertia vigilia cum legionibus tribus e castris profectus ad eam partem pervenit quae nondum flumen transierat. Eos impeditos et inopinantes adgressus magnam partem eorum concidit; reliqui sese fugae mandarunt atque in proximas silvas abdiderunt. Is pagus appellabatur Tigurinus; nam omnis civitas Helvetia in quattuor pagos divisa est. Hic pagus unus, cum domo exisset, patrum nostrorum memoria L. Cassium consulem interfecerat et eius exercitum sub iugum miserat. Ita sive casu sive consilio deorum immortalium quae pars civitatis Helvetiae insignem calamitatem populo Romano intulerat, ea princeps poenam persolvit.


C'è un fiume, la Saona, che scorre attraverso i territori degli Edui e dei Sequani e si versa nel Rodano con incredibile placidità, tanto che a occhio non è possibile stabilire quale sia il senso della corrente. Gli Elvezi lo stavano attraversando con zattere e imbarcazioni legate. Cesare, non appena fu informato dagli esploratori che i tre quarti degli Elvezi erano già sull'altra sponda e che circa un quarto era rimasto al di qua della Saona, dopo mezzanotte partì dall'accampamento con tre legioni e raggiunse gli Elvezi che non avevano ancora varcato il fiume. Li colse alla sprovvista, mentre erano ancora impacciati dalle salmerie: ne uccise la maggior parte, i superstiti fuggirono e si nascosero nelle selve circostanti.

Questa tribù (infatti, il popolo degli Elvezi si divide, nel suo complesso, in quattro tribù) si chiamava dei Tigurini. I Tigurini, all'epoca dei nostri padri, erano stati gli unici a sconfinare, avevano ucciso il console L. Cassio e sottoposto i suoi soldati all'onta del giogo. Così, o per caso o per volontà degli dèi immortali, la prima a pagare le proprie colpe fu proprio la tribù che aveva inferto al popolo romano una memorabile sconfitta.

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