Cesare chiede ai soldati obbedienza e disciplina (versione di latino Cesare)
Cesare chiede ai soldati obbedienza e disciplina
Autore: Cesare Libro: N. compr. e tradurre vol. 4
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Il giorno dopo Cesare, convocara un'assemblea, rimproverò l'avventatezza e il desiderio smodato dei soldati poiché da soli avevano giudicato fin dove avrebbero avanzato o come bisognasse agire, dato il segnale di ritirata, non si sarebbero fermati né i tribuni militari né gli ambasciatori sarebbero riuscita a fermarli.
Piegò che cosa potessere avere un luogo svantaggioso e che cosa lui stesso avesse provato da Avarico, quando pur avendo sorpreso i nemici privi di comandante e di cavalleria aveva rinunciato a una vittoria sicura per evitare anche il minimo danno nello scontro e tutto ciò per il luogo svantaggioso.
E quando ammirava la loro grandezza d'animo che non le fortificazioni dell'accampamento, non l'altezza dei monti, non le mur della cittadella li aveva fermati tanto più biasimava la loro libertà e arroganza poiché credevano di saper valutare meglio del comandante sulla vittoria e sull'esito dello scontro;
e da un soldato desiderava obbedienza e disciplina non meno del valore e grandezza d'animo.
Tenuto questo discorso. nella parte finale incoraggiò i soldati affinché non venissero turbati nell'animo per questo motivo e ne quello che il luogo svantaggioso avesse arrecato, ciò non fosse attibuito ai valori dei nemici, pensando le medesime cose sulla partenza che aveva trovato, portò fuori le legioni dall'accampamento per prima e li schierò in un luogo adatto.
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