De Bello Civili Liber III LXXI-Versione latino di Cesare

De Bello Civili Liber III LXXI
Versione di latino di Cesare
LIBRO N. P.
Testo latino

Duobus his unius diei proeliis Caesar desideravit milites DCCCCLX et notos equites Romanos Tuticanum Gallum, senatoris filium, C....

Traduzione

imgscrambler} Nelle due battaglie di questa sola giornata Cesare perse novecentosessanta soldati e noti cavalieri romani, Tuticano Gallo, figlio di un senatore, C. Fleginate da Piacenza, A. Granio di Pozzuoli, M. Sacrativiro di Capua, cinque tribuni militari e trentadue centurioni.

In gran parte tutti costoro morirono senza alcuna ferita ma, per il terrore e la fuga dei loro compagni, schiacciati nelle fosse, sulle fortificazioni e sulle rive del fiume.

Si persero trentadue bandiere. Pompeo venne in quella battaglia salutato col nome di imperator. Mantenne questo titolo e in seguito permise di essere salutato in tal modo, ma non fu solito usarlo nelle sue lettere né pose sui fasci la corona d'alloro. Invece Labieno, ottenuta da lui la consegna dei prigionieri, fattili condurre tutti dinanzi a sé, per ostentare maggiormente, come sembrava, la propria fedeltà a Pompeo, pur essendo egli un disertore, li chiamò commilitoni e, dopo avere chiesto loro con parole fortemente oltraggiose se i soldati veterani fossero soliti fuggire, li uccise alla presenza di tutti. {/imgscramble

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