Gli edui provocano i Romani (Versione di latino Cesare)
Gli edui provocano i Romani
Autore: Cesare
Mentre a Gergovia tale era la situazione, gli Edui, alle prime notizie di Litavicco, non perdono neppure un istante a sincerarsene.
Chi spinto dall'avidità, chi dall'iracondia e dall'avventatezza - è la loro caratteristica congenita - tutti danno per sicura una voce priva di fondamento. Saccheggiano i beni dei cittadini romani, ne fanno strage, li rendono schiavi. Convictolitave dà l'ultima spinta a una situazione già in bilico, aizza la folla, perché, una volta commesso il crimine, la vergogna le impedisca di ritornare alla ragione.
M. Aristio, tribuno militare, era in marcia verso la legione: gli promettono via libera e lo lasciano uscire dalla città di Cavillono.
Con lui costringono alla partenza anche chi si era lì stabilito per commercio. Appena i nostri si mettono in marcia, però, li assalgono e li spogliano di tutti i bagagli. I nostri si difendono, vengono assediati giorno e notte. Quando le perdite erano già molte da entrambe le parti, i Galli chiamano alle armi una folla più numerosa
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