La morte di Pompeo (Versione di latino Cesare)

La morte di Pompeo
Autore: Cesare Lingua e civiltà

Pompeius ad ancoram una nocte constitit et, vocatis ad se Amphipoli hospitibus, cognito Caesaris adventu, ex eo loco discessit et Mitylenas paucis diebus venit: Biduum tempestate retentus, in Ciliciam atque inde Cyprum, postea Pelusium pervenit.

Ibi casu rex erat Ptolemaeus, puer aetate, magnis copiis cum sorore Cleopatra bellum gerens, cuius castra non longe ab eius castris distabant. Ad eum Pompeius misit, ut Alexandriae reciperetur atque illius opibus in calamitate tegeretur. His tum cognitis rebus amici regis, qui propter aetatem eius in procuratione erant regni, sive timore adducti, ut postea praedicabant, sollicitato exercitu regio ne Pompeius Alexandriam Aegyptumque occuparet, sive despecta eius fortuna, ut plerumque in calamitate ex amicis inimici exsistunt, his, qui erant ab eo missi, palam liberaliter responderunt eumque ad regem venire iusserunt; ipsi clam consilio inito Achillam, praefectum regium, singulari hominem audacia, et L. Septimium, tribunum militum, ad interficiendum Pompeium miserunt.


Pompeo rimase all’ancora una sola notte e chiamati a sé gli ospiti di Anfipoli e venuto a conoscenza dell’arrivo di Cesare partì da quel luogo e arrivò in pochi giorni a Mitilene. Trattenuto due giorni dalla tempesta, si recò in Cilicia e da qui a Cipro, in seguito a Pelusio. Qui per caso era re Tolomeo, fanciullo, che combatteva una guerra con la sorella Cleopatra con un gran numero di truppe il cui accampamento non era lontano dall’accampamento di Pompeo. A Tolomeo Pompeo mandò a chiedere che fosse ricevuto ad Alessandria e fosse protetto dalla potenza di questi nella disgrazia.
Allora, venuti a conoscenza di queste cose, gli amici del re che per la giovane età del fanciullo avevano la reggenza del regno, sia perché spinti dal timore, come poi andavano dicendo, che Pompeo, sobillato l'esercito regio, occupasse Alessandria e l'Egitto, sia per disprezzo della sorte di Pompeo, infatti in genere nella disgrazia gli amici diventano nemici, risposero ai messi inviati da Pompeo con apparente cortesia, invitandolo a venire dal re. Ma, tenuto un consiglio segreto, inviarono Achilla, prefetto regio, uomo di singolare audacia, e L. Settimio, tribuno militare, a ucciderlo.

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