Sabino respinge l'attacco dei Galli - Lingua e cultura latina versione latino Cesare
Sabinus, Caesaris legatus, hominem quendam idoneum et callidum delegit ex Gallis quos auxilii causā secum habebat....
Sabino, ambasciatore di Cesare, scelse un uomo capace e e astuto tra i Galli che aveva con sé per aiuto.
Persuade costui con numerosi doni/ grandi compensi e promesse a passare al nemico e gli mostra che cosa vuole che sia fatto da lui ( che cosa vuole che faccia). Egli giunge ai nemici e dice ( inquit è sia presente sia perfetto del verbo inquam): " Ormai i Romani sono stati ridotti alla disperazione: Sabino infatti, per niente portato al combattimento, teme che voi occupiate ( il suo) accampamento e lo stesso Cesare è ostacolato dai Veneti così che non si mette in cammino per portare aiuto.
Udite queste parole, tutti gridano che non è da perdere l'occasione di compiere un'impresa ( negotii gerendi) con successo ( bene) e che occorre dirigersi verso l'accampamento dei Romani. Molte ragioni esortavano i Galli a quella decisione: l'incertezza di Sabino, la conferma del disertore, la speranza di vittoria dei Veneti e il fatto che gli uomini credono liberamente ciò che vogliono. Informati di tali cose, presero le armi e, sotto la guida di Viridovice, mossero contro l'accampamento a gran carriera, affinché sia dato ai Romani lo spazio ( di tempo) minimo per raggrupparsi e armarsi, ma ( così facendo) giunsero sfiniti.
Sabino, esortati i suoi, diede il segnale di guerra ( di combattere). I nemici impediti per i carichi che portavano - infatti avevano raccolto fascine e virgulti con cui coprire le fosse- non resistettero nemmeno al primo attacco dei Romani e subito volsero le spalle ( si diedero alla fuga).
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?