Meditazione sulla condizione umana

Est enim quod tam optundat elevetque aegritudinem quam perpetua in omni vita cogitatio nihil esse quod non accidere possit, quam meditatio condicionis humanae, quam vitae lex....

Non vi è infatti nulla che tanto allevi e cancelli la tristezza, quanto il continuo pensiero durante tutta la vita che non c’è nulla che non possa accadere, la meditazione della condizione umana, la legge della vita.

Né infatti chi pensa alla natura delle cose, alla varietà della vita, all'impotenza del genere umano, si rattrista quando pensa a queste cose, ma soprattutto in quel momento esercita il dono della sapienza;

conseguono, infatti, entrambe queste cose: che nel considerare le cose umane si serva della peculiare funzione della filosofia, e che nelle situazioni avverse gli sia risanata la tranquillità da un triplice conforto, in primo luogo poiché ha riflettuto a lungo che sarebbe potuto accadere, , quindi poiché capisce che le cose umane vanno sopportate con la ragionevolezza che è propria degli uomini, infine poiché vede che il male altro non è che la colpa, ma che la colpa non c'è, allorché sia avvenuto ciò che l'uomo non ha potuto vincere.

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