Appello ai giudici (versione di latino Cicerone)

Appello ai giudici versione latino Cicerone

Quid restat, iudices, nisi ut orem obtesterque vos ut eam misericordiam tribuatis fortissimo viro, quam ipse non implorat, ego, etiam illo ripugnante, imploro et exposco?...

Che cosa resta, o giudici, se non pregarvi e scongiurarvi perché voi dimostriate verso un onesto uomo quella misericordia, la quale lui stesso non implora, (che) io, anche se quello si oppone, domando e supplico? Poiché voi non avete visto lacrima alcuna di Milone, fra le lacrime di tutti noi, ma scorgete sempre la stessa espressione, e la stessa e invariata voce, discorso, non lo condannate.

Non so se non bisogni aiutarlo molto di più. E infatti nelle battaglie dei gladiatori, e nella condizione e nella sorte di un infimo genere umano, siamo soliti odiare i paurosi e quelli che supplicano che sia loro concesso vivere, e anche i dissimulatori, mentre desideriamo che siano salvati i forti e i coraggiosi, e abbiamo maggior compassione di coloro, che non domandano la nostra misericordia, di quelli che la chiedono. Quanto più dobbiamo fare questo a favore dei cittadini più onesti.

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