C'è attico e attico - Cicerone versione latino modus vivendi

C'è attico e attico versione latino Cicerone modus vivendi

Sin autem ieiunitatem et siccitatem et inopiam, dummodo sit polita, dum urbana, dum elegans, in Attico genere ponit, hoc recte dumtaxat;...

Se poi uno mette nel genere attico uno stile macilento, rinsecchito, misero, purché sia forbito, urbano, elegante, fin qui, e solo fin qui, è nel giusto;

ma siccome tra gli oratori attici c'è chi è migliore per una cosa e chi per l'altra, stia attento a non ignorare le gradazioni, le differenze, l'indole degli attici in tutta la sua varietà. "Sono gli attici che voglio imitare" dice. Quali?

Infatti non sono di un genere solo. Perché, cosa c'è di così diverso quanto Demostene e Lisia, o sempre Demostene ed Iperide, o Eschine da tutti questi? Chi imiti, dunque? Uno in particolare? e gli altri, allora, non parlavano atticamente? Tutti insieme? e come potresti, visto che sono tanto diversi tra loro? E a tale proposito voglio sapere anche questo, se parlava atticamente quel famoso Demetrio Falereo.

Almeno a me, pare che dai suoi discorsi esali il profumo stesso di Atene. Ma è più florido, per dir così, di Iperide, o di Lisia: era la sua natura, o fece questa scelta stilistica.

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